Il sushi fa ingrassare? Scopriamolo insieme

Tutti gli appassionati di cucina giapponese, almeno una volta nella vita si sono chiesti se il sushi fa ingrassare, se il sushi è ricco o povero di calorie, se va bene inserito in una dieta.

Questo articolo risponde a queste domande.

In teoria il sushi è un piatto leggero e dietetico poiché poverissimo di carboidrati e ricco di grassi “buoni”, quelli cioè che non ci fanno ingrassare.

Questo in teoria, ma, in pratica tutto dipende da quanto sushi mangiamo, dalle dimensioni di ogni rotolino, dai tipi di sushi, ma anche dalla preparazione fatta dal cuoco con tutti gli ingredienti di contorno.

A beneficio di tutti voi lettori, ho preparato l’elenco dei tipi sushi più comuni con le rispettive calorie contenute in ciascun pezzo.

Prima, però, vi dico alcune cose da sapere sul sushi così potrete giudicare da soli se il sushi fa ingrassare, se e quanto spesso mangiare questa specialità giapponese senza rinunciare alla linea.

mangiare il sushi fa ingrassare^

La parola sushi significa letteralmente, aceto (su) e riso (shi) con riferimento al fatto che la base del sushi è rappresentato da un particolare tipo di riso cotto al vapore e poi condito con aceto di riso, sale e zucchero.

Il riso viene steso e poi arrotolato su un fogli di alga nori, i rolls possono essere ripieni di pesce crudo o marinato (surimi, tonno, salmone, ecc) verdure o avogado.

Ogni rotolino di sushi è un alimento completo e bilanciato poiché contiene gli zuccheri complessi del riso, le proteine del pesce e le fibre delle verdure.

E’ povero di carboidrati e ricco di grassi insaturi, la presenza dell’alga nori garantisce anche un notevole apporto di sali minerali e iodio.

Non tutti i sushi sono uguali, ma, si differenziano tra loro per le dimensioni e per gli ingredienti utilizzati, fattori che influenzano – naturalmente – l’apporto calorico di ciascuna porzione.

Le calorie del sushi, quindi, variano in base alIe diverse varietà.

I rotoli più grandi in assoluto sono i futomaki caratterizzati da tre ripieni, i più piccoli sono gli hosomaki, sottili e con un solo ripieno.

Ci sono poi i temaki a forma di cono con ripieno di pesce e l’uromaki, dove l’alga nori avvolge riso e ripieno.

Il nigiri sushi è un tipo di sushi senza alga nori.

Ci sono poi gli inarizushi che sono avvolti in una frittata.

Bene, detto ciò passiamo alla cosa più importante: le calorie di ciascun pezzo di sushi.

Diciamo subito che i più calorici sono quelli al salmone essendo quest’ultimo un pesce molto grasso.

Quando si parla di grasso del pesce bisogna sempre ricordarsi che si tratta di grassi nobili.

  • Il sushi meno calorico in assoluto è quello alle uova di salmone che contiene solo 35 calorie per ogni pezzo.
  • Ci sono poi i sushi ai calamari, ai gamberi e con il surimi che hanno 40 calorie.
  • Il sushi al tonno, invece, ha 45 calorie, mentre i più calorici sono quelli al salmone e al branzino con 50 calorie.
  • Facendo due calcoli, se si considera che ogni porzione di sushi comprende almeno tre pezzi, una singola porzione sono circa 150 calorie.

Per completare il quadro, vi fornisco anche le calorie dei piatti e delle salse che solitamente vengono serviti insieme al sushi.

  • C’è la zuppa di miso che ha 40 calorie
  • Lo zenzero che ha 9 calorie a porzione
  • I maki al cetriolo che hanno 140 calorie (una porzione da 6)
  • I maki california che di calorie, invece, ne hanno 250.

Ha ancora meno calorie il sashimi, che consiste semplicemente in pezzi di pesce crudo tagliati a fettine sottili e serviti semplicemente con una salsa di accompagnamento come ad esempio la salsa di soia, il wasabi o la salsa ponzu.

In questo caso, le uniche calorie da calcolare sono quelle del pesce e eventualmente della salsa di accompagnamento.

Detto questo rispondere alla domanda se il sushi fa ingrassare è difficile, diciamo che in linea di massima no, ovviamente se ne consumi troppo il rischio di assumere troppe calorie aumenta.

Ecco adesso sapete tutto sulle calorie di sushi e sashimi così potete inserirlo nella vostra dieta senza sgarrare e senza sensi di colpa.

Articolo a cura di:
Rita Maria Esposito
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