Il bizzarro Sol Levante: usanze giapponesi

Il Giappone è un paese pieno di sorprese e può risultare davvero strano, soprattutto se visto da Ovest: cinquantenni vestiti da pokèmon accanto ai poveri superstiti della bomba atomica, donne alla disperata ricerca di uomini, e uomini – per contro – che parlano alla “ragazza” virtuale programmata da Nintendo.

Osservando i giapponesi, infatti, accanto all’estrema gentilezza e cordialità e allo spiccato spirito di gruppo, troviamo delle abitudini che ci suonano davvero strambe.

Fino in fondo

C’è chi al cinema sta incollato allo schermo e non si perde un dettaglio, c’è chi s’addormenta (con o senza buoni motivi) e c’è anche chi se ne va dalla sala, tra le usanze giapponesi, spicca quella di guardare il film fino alla fine, no, non ci siamo bevuti il cervello: quando dico che in Giappone guardano i film fino alla fine intendo dire fino al termine dei titoli di coda!

Le ragioni? Alcuni per rispetto al regista altri per paura di cadere a causa del buio in sala.

Che bontà

Godere della tavola è importantissimo, ma sia chiaro, con garbo e noi lo sappiamo bene, infatti è stato un italiano a scrivere il Galateo! Ma al di là di questo, quanto sarebbe bello poter succhiare dal piatto, fino all’ultima goccia, il brodo dei tortellini?

Il bizzarro Sol Levante: usanze giapponesi

Proprio un’usanza giapponese lo permette, e anzi incita a farlo, perché è visto come un modo per manifestare il proprio apprezzamento nella maniera più diretta!

Sbattere la porta in faccia

“Mi scusi! Stavo entrando e mi ha sbattuto la porta in faccia!”, dite voi, se c’è Arturo davanti a voi è un conto, ma se c’è Takumi è un altro, Arturo sicuramente (o quasi) vi chiederà scusa per il gesto, mentre Takumi vi guarderà come guardereste voi se un barista vi dicesse di bere in due minuti la vostra birra.

Perché? Semplicemente per il fatto che tra le usanze giapponesi non c’è quella di tenere la porta agli altri (né in taxi, né all’ingresso di luoghi pubblici) e dunque dovrete stare voi attenti a non farvi sbattere la porta in faccia!

Aprire spensierati!

A proposito di porte, c’è uno sketch di Enrico Brignano che dipinge benissimo noi italiani: qualcuno suona al citofono e noi andiamo nel pallone: “chi sarà a quest’ora!?”, panico, spioncino, un paio di secondi d’attesa, spioncino, possiamo aprire.

Al contrario, una delle usanze giapponesi più ammirevoli è quella di aprire la porta senza chiedere chi è si apre a tutti e sempre: che meraviglia, che meraviglia per i killer.

Rubare?

Un luogo comune molto discutibile è che i napoletani abbiano la cosiddetta “mano lunga”, siccome non voglio discutere il luogo comune, lo prenderò per buono, ora, in Giappone un napoletano sarebbe come un piranha in una vasca di pesci rossi, avrebbe zero concorrenza.

Tra le usanze giapponesi più radicate, infatti, c’è quella di non prendere per alcun motivo la roba d’altri, per questo motivo, un portafogli potrebbe rimanere sul ciglio della strada per giorni senza essere acchiappato.

L’estrema correttezza dei giapponesi è così evidente da esser ripagata con la truffa: è il caso dei turisti che hanno pagato 695 euro per un pranzo a Roma; ricevuta la proposta di rimborso dal governo italiano, i giapponesi hanno risposto che non potevano accettarlo: lo Stato infatti amministra soldi pubblici e sarebbe stato scorretto farsi rimborsare dagli italiani che avevano correttamente pagato le tasse!

Ginnastica inusuale

Non so il perché, ma credo sia universale e transnazionale il fatto di rilassarsi mentre si fa la cacca.

Certo, io preferisco il computer e un altro il giornale, un terzo le parole crociate e un quarto il nulla assoluto: di base, però, è un momento di distensione muscolare.

Tra le usanze giapponesi, invece, c’è quella di fare una specie di squat al gabinetto, ti devi mantenere in equilibrio mentre fai il tuo lavoretto.

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